Deaf Forever è la nostra rubrica mensile dedicata al metal, dove recensiamo il meglio del doom, black, speed e di tutti gli altri generi metal sotto il sole.
Il DAYTONA del metal è arrivato all’inizio del mese con i Thou di Baton Rouge che hanno lanciato The House Primordial. Qualunque cosa pubblicano è d’obbligo, anche se questo è anche un certo allontanamento per loro. Sono sparite le delicate melodie che servivano sia come arricchimento che come punto di partenza dal suono sludge di New Orleans, qui c’è un’enfasi sul doom, aggiungendo suoni striduli e meccanismi industriali. Thou spinge il freddo calcolato di Godflesh in calore afoso, sudando l’artificio e rendendo il ritmo umano così sottomesso e controllato come qualsiasi macchina da batteria. Stanno toccando la stessa bruttezza come You, Whom I Have Always Hated, la loro collaborazione del 2015 con The Body, che era priva di tocche post-rock. The Body beve cinismo come una limonata troppo fermentata, eppure Thou suona ancora più cupo senza di loro. Heathen del 2014 è stato un capolavoro e una testimonianza di crescita attraverso la lotta, un disco ispiratore depurato dalla retorica bootstrap. Non c’è nessun sollevamento su Primordial, c’è solo la faticosa marcia di essere legati per sempre. La distopia di Primordial volta le spalle alla speranza di Thou attraverso la rivolta, eppure non suona vinta. Thou fa suonare il fondo della scarpa tanto schiacciante quanto il piede che la calpesta; per affrontare un peso ingombrante, hanno dimostrato che può essere trasmutato. Nato per perdere, vivere per perdere di più?
Andy O’Connor heads SPIN’s monthly metal column, Blast Rites, and also has bylines in Pitchfork, Vice, Decibel, Texas Monthly and Bandcamp Daily, among others. He lives in Austin, Texas.
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