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Album della settimana: 'New Material' dei Preoccupations

Il March 19, 2018

Ogni settimana ti parliamo di un album con cui pensiamo tu debba trascorrere del tempo. L'album di questa settimana è New Material, il nuovo album di Preoccupations.

Nel corso di tre album, i Preoccupations (FKA Viet Cong) hanno rapidamente stabilito un suono distintivo da cui crescono tutte le loro canzoni. Piuttosto che questa coerenza essere una stampella, però, la dipendenza del quartetto dell'Alberta da temi lirici oscuri, parti ritmiche post-punk a tenuta stagna, e linee di chitarra staccato e riflessive ha permesso loro di formare un'estetica coesa che rimane da album ad album, anche se le loro scelte stilistiche si fanno più audaci. L'ultimo disco della band, New Material, prende un diretto spunto dal suo titolo, evocando influenze disparate precedentemente inesplorate nei dischi dei Preoccupations e ribaltandole nel contesto del loro approccio più misurato e coerente.

I Preoccupations sono stati quasi antitetici ai principi degli stili post-punk tradizionali durante il loro breve periodo come band. Invece di ostentatezza e aggressività, il cantante e bassista Matt Flegel esprime le sue parole con una malinconia nascosta, un filtro sempre presente tra il suo mondo e quello dell'ascoltatore. I chitarristi Daniel Christiansen e Scott Munro sono costantemente in perfetta sincronia, rimbalzando l'uno contro l'altro con precisione e deliberazione, mentre il groove del batterista Mike Wallace è sempre in pocket, in attesa accanto al basso di Flegel del momento perfetto per colpire con un riempimento ben posizionato. Molta della musica dei Preoccupations funziona in questo modo. Le canzoni si costruiscono e il rumore cresce lentamente da un luogo di evoluzione naturale, muri di chitarra che si riversano sopra un fondale di synth, batteria e voci. Tutto ha senso, si incastra senza mai diventare sterile e omogeneo. È math rock senza il fastidioso riflettore sulle abilità e sul business, post-punk senza mai scivolare nel caos.

New Material amplifica questo sottile evitamento del genere molte volte, introducendo elementi di glam, krautrock e pop diretto nel mix. “È un’ode alla depressione. Alla depressione e all'auto-sabotaggio, e a guardare dentro se stessi con estremo odio,” spiega Flegel in una dichiarazione della band che annuncia l’album. E mentre liricamente, New Material presenta le profondità più oscure che Flegel abbia mai raggiunto, sta in netto contrasto con il suono evoluto della band, che brilla di una sorta di speranza sarcastica, punteggiata da armonie a più parti, chitarre brillanti e batterie degli anni '80 senza vergogna.

“Espionage,” il primo brano dell’album, si sviluppa da una linea di synth ariosa e una batteria propulsiva, una canzone uptempo che funge da nemico quando Flegel canta, “Le possibilità sembrano così scarse/ Che mai ci riusciremo a liberare da questo tratto di vita.” Se le parole non fossero così taglienti, oneste e malinconiche, sembrerebbe che Flegel fosse al corrente della battuta, ridendo di questa direzione più leggera verso cui la sua band si è spostata. Ma il peso della giustapposizione tra questi due elementi in conflitto rende l’ascolto affascinante e la migliore encapsulazione di ciò che questa band può realizzare quando viene spogliata delle sue caratteristiche essenziali.

New Material è, come gran parte del lavoro dei Preoccupations, una battaglia contro se stessa, una lotta per superare rabbia, risentimento e depressione nella speranza di trovare qualcosa di più luminoso dall'altra parte. Mai prima la band aveva attuato questa nozione nel gioco tra testi e strumentazione; nei dischi precedenti, la batteria, le chitarre, i synth e il basso erano nelle trincee proprio lì con Flegel, spronandolo a un lamento scoraggiato, enfatizzando l’inevitabilità della disperazione umana e la nostra incapacità di fuggire da noi stessi. Sul nuovo disco, però, la band incontra un bivio e lo divide.

“Doubt” suona come un brano pensato per l'era di MTV, un lato B degli U2 se questi ultimi fossero cresciuti con Johnny Rotten invece che con la Bibbia. “Antidote” prende un loop di batteria che suona come un CD graffiato dei Toto e lo ripete attorno a una linea di basso pulsante mentre Flegel si lascia andare a una parte vocale quasi rap. È un terreno inesplorato per la band, ma non potrebbe essere scambiato per nient'altro che un disco dei Preoccupations. Questo album è una serie diversa nello stesso medium, un angolo più luminoso della stessa immagine. Se Viet Cong e Preoccupations fossero una sorta di periodo blu per la band, New Material è un’acquerello composto con cura. Ma, come tutta la musica dei Preoccupations, è immerso in un pesante nero scuro come la notte gi già asciutto.

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Will Schube

Will Schube è un filmmaker e scrittore freelance con sede ad Austin, in Texas. Quando non sta girando film o scrivendo di musica, si allena per diventare il primo giocatore NHL senza alcuna esperienza professionale nel hockey.

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